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Let us introduce you to... the real Mantuan stallions!


The largest room of the Palazzo Te - the only whom ancient sources define "hall" instead of "chamber" - celebrates in its decoration the horses once belonging to Federico II Gonzaga, lord of Mantua and owner of the building.
The presence of these animals is very significant: according to Giorgio Vasari, Giulio Romano built the Palazzo in "a place with some stables, called the Te, standing in the middle of a meadow, in which he [Federico] kept his stud of horses and mares".
Vasari informs us also that the construction work has been carried out "without destroying the old walls".
Recent surveys have shown how actually the entire north wing of the Te, where the Hall of the Horses is, is the result of the reworking of an existing structure. So the frescoes designed by Giulio Romano celebrate the previous 'inhabitants' of this space.
Painted on the walls of the room six magnificent thoroughbred horses, large almost natural, are proudly displayed. Some of them with well known names: Morel Favorito (i.e. "Black Favorite") and Dario ("Darius") are in fact still accompanied by inscriptions recalling the identity. For two other horses - Glorioso and Battaglia (i.e. "Glorious" and "Battle") - the names are preserved in sixteenth-century engravings, which show the ancient features of the room. The names of the remaining two horses are still unknown.

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L’ambiente più ampio di Palazzo Te, l’unico definito nelle fonti ‘sala’ e non ‘camera’, celebra nel suo apparato decorativo i cavalli appartenuti a Federico II Gonzaga, Signore di Mantova e committente del Palazzo. La presenza di questi animali è assai significativa: a detta di Giorgio Vasari, Giulio Romano avrebbe infatti realizzato Palazzo Te in un “luogo e certe stalle […] dove [Federico] teneva la razza de’ suoi cavalli e cavalle”. Il Vasari ci informa anche di come tale opera di costruzione sarebbe stata eseguita “senza guastare la muraglia vecchia”. Recenti indagini hanno comprovato come effettivamente l’intera ala nord del Te, ove si trova la sala in questione, sia frutto del rimaneggiamento di una struttura preesistente. Gli affreschi progettati da Giulio Romano in questo ambiente celebrano quindi in immagine, i precedenti ‘padroni di casa’.
Sulle pareti affrescate della sala sei magnifici destrieri, grandi quasi al naturale, fanno bella mostra di sé. Di alcuni si conoscono anche i nomi: Morel Favorito e Dario sono infatti ancora accompagnati dalla scritta che ne ricorda l’identità. Per altri due cavalli – Glorioso e Battaglia – i nomi sono invece conservati in testimonianze grafiche cinquecentesche che riproducono l’aspetto della sala. Gli appellativi dei restanti due destrieri restano ancora ignoti.

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